Novità in arrivo per gli impianti Emissions Trading di dimensioni ridotte. Il Comitato per la Gestione dello schema Emissions Trading, coordinato dal Ministero dell’Ambiente, ha sottoposto in questi giorni alle associazioni di categoria una proposta di regolamentazione del cosiddetto ‘opt-out’, ovvero la possibilità per i piccoli emettitori di usufruire di un nuovo regime di gestione semplificata delle emissioni. L’opzione è prevista infatti dall’art.27 dalla Direttiva 2009/29/CE (aggiornamento della 2003/87/CE), che prevede per gli impianti che emettono meno di 25.000 tonnellate di CO2/anno, la possibilità di uscire dallo schema Emissions Trading se il Paese Membro mette a disposizione uno schema equivalente ma semplificato di gestione delle emissioni per tali impianti.

In Italia, stando ai dati relativi alle emissioni verificate per il 2011, come pubblicati da DG Clima, esistono circa 570 impianti, su un totale di 1.211 impianti appartenenti allo schema, che nel 2011 hanno riportato emissioni < 25.000 tonnellate. Le emissioni totali, sempre riferendoci al 2011, che andrebbero così gestite con il nuovo regime sarebbero circa 4,8Mton (milioni di tonnellate di CO2), su un totale verificato per il 2011 di circa 189Mton. Da queste cifre si capisce il senso dell’art.27, dato che il 47% degli impianti ETS in Italia è responsabile per il 3% delle emissioni. L’errore introdotto dalla gestione semplificata per tali impianti è quindi molto poco influente ai fini dell’efficacia dello schema nel suo complesso.